Chi non conosce Ikea? La nota azienda leader nel settore di vendita di mobili, arredi e complementi d'arredo famosa, tra le altre cose, per i "pacchi piatti".
Si sto parlando proprio del noto marchio svedese, perché qualche giorno fa i suoi social media manager hanno condotto un interessante esperimento social grazie al quale sono riusciti ad hackerare, nel senso buono del termine, l'algoritmo di Facebook.
Ebbene lo scorso venerdì, 8 febbraio 2019, quando ci si appresta a chiudere l'ufficio, dopo aver programmato tutti i post delle varie pagine social per il week end, alle 18.34 per la precisione, compare un post abbastanza strano sulla pagina facebook ufficiale di Ikea, 6 lettere messe lì a casaccio, hhsdjh per l'appunto che suscitano la curiosità generale degli internauti.
Si pensa subito alle più svariate motivazioni, dal gatto che ha passeggiato sulla tastiera del notebook dell'amministratore della pagina facebook di Ikea, al figlio piccolo che si è impossessato dello smartphone, a un errore dovuto a un pugno tirato sulla tastiera in un momento di rabbia, e chi più ne ha più ne metta.
Il bello di tutto ciò è che il post rimane ancora lì, sulla pagina ufficiale mentre iniziano le condivisioni e i commenti più svariati, chi si prendere gioco dello pseudo errore, chi pensa al nome di un nuovo mobile, chi pensa che ci sia una festa nell'agenzia marketing di Ikea e che lo spritz stia già dando i suoi frutti.
Ed è proprio qui che invece sta la furbizia e l'arguzia di chi ha voluto testare questa strategia per ottenere grande visibilità in maniera organica, gratuita!
Facebook, si sa, non è gratis per chi lo utilizza come strumento di marketing. La pubblicità, e quindi la visibilità, costa, a meno che tanti utenti non interagiscano con un determinato post o pagina quasi all'unisono. Solo così quel post può ottenere popolarità sul social ed essere messo in risalto nelle nostre bacheche.
A dire il vero non c'è nulla di certo in merito a questo test se non un ulteriore post comparso poco più di 24 ore dopo, e aggiornato dopo ulteriori 24, che recita testualmente:
quasi a voler confermare i sospetti degli addetti ai lavori.
Inutile dire che sono d'obbligo i complimenti a chi ha avuto questa geniale idea perché se da un lato è vero che la nota azienda di origini svedesi non ha la necessità di utilizzare questi escamotage, che il budget per la pubblicità sui social è stato abbondantemente stanziato, indubbiamente la pubblicazione di questo post ha dato ancor più visibilità all'azienda rafforzando il suo già ben solido brand.
Questa vicenda non deve essere vista come una genialata fine a se stessa, offre anzi uno spunto molto interessante da analizzare e da cui prendere ispirazione, ma non copiare, per differenziare la propria comunicazione.
Quindi cosa ne pensi? Dimmi la tua, commenta qui sotto e discutiamone insieme